Buona forchetta attenta alle produzioni locali: Giuditta Pasta in cucina
SARONNO– Un’ottima padrona di casa in grado di organizzare eventi conviviali a cui partecipavamo i più grandi intelleali del tempo pescando da sè i pesci di lago da proporre agli ospiti accompagnati dagli ortaggi che coltivava con passione nel proprio orto. Una donna molto attenta alla propria alimentazione che apprezzava vini e pietanze della propria terra.
E’ una Giuditta Pasta inedita e molto contemporanea, quasi in linea con i temi dell’Expo, quella emersa dall’incontro organizzato mercoledì primo aprile nella sala del Bovindo dall’Amministrazione comunale.
L’iniziativa apre il trittico di appuntamenti che il Comune ha intenzione di proporre nel corso dell’anno per celebrare il 150° anniversario della morte cantante lirica nata proprio nella città degli amaretti nel 1797. Il primo incontro è stato pensato come un momento d’approfondimento per la figura della soprano considerata, insieme a Maria Malibran, come la più celebre cantante lirica del XIX secolo. La serata ha visto come relatori Armando Caimi che ha presentato un video dedicato la vita della cantante e Gianluigi Valsecchi, giornalista e autore bleviano che ha pubblicato il libro “A cena da Giuditta. Così a Blevio mangiava e beveva la “Pasta Diva” dedicato al rapporto tra la soprano e la cucina e la gastronomia.
“Tutto è nato per caso – ha raccontato con passione l’autore – mentre raccoglievo del materiale sulla Divina ho notato che in lettere e documenti non mancavano citazioni, episodi sul suo rapporto con il cibo e con la gastronomia e quindi ho deciso di approfondire questo filone”.
Così è emersa una Giuditta Pasta, buona forchetta e altrettanto buon bicchiere, attenta al mangiar sano ma anche al gusto e alla territorialità delle proprie pietanze. “Non solo la soprano amava il pesce di lago, dai lavarello ai misultin – ha svelato Valsecchi – ma in pochi sanno che si dedicava in prima persona alla pesca con ottimi risultati. E’ lei stessa a raccontarlo in una lettera alla figlia Clelia in cui le spiega di aver gettato le reti nella speranza di prendere il necessario per la cena tra amici in programma l’indomani”.
La convivialità era un elemento importante nella vita di Giuditta Pasta anche se in cima alle sue passioni c’era la cura del suo orto: “La Divina aveva davvero il pollice verde e fino a pochi anni prima della sua morte curava lei stessa quello della Roda la sua villa a Blevio. Secondo le cronache dell’epoca proprio nell’orto ebbe modo di ricevere la regina di Danimarca che le chiese in francese se stesse riposandosi sugli allori salvo sentirsi rispondere che in realtà stava lavorando sui suoi cavoli”. Attenta alle materie prime la cantante aveva gusti molto precisi e “locali” tanto che da chiedere alla propria servitù, mentre tornava da l’ennesima tourneè di “rifornire la dispensa di bresaola, gorgonzola e altri prodotti italiani”.
L’importanza di una corretta alimentazione era così importante per Pasta che cercava di insegnarla anche alle ragazze di Blevio. Quando era presente della sua villa sul lago, infatti, organizzava delle lezioni di canto e scrittura per le giovinette comasche. Prima di salutarle consegnava ad ognuna un piccola sporta piena di leccornie destata alle loro famiglie ma che generalmente le ragazze finivano per consumare prima ancora di arrivare a casa.
Articolo tratto da “Il Saronno"