Il diritto di essere informati

Chi amministra è stato eletto per gestire il Comune e per fare delle scelte.  Avendo la maggioranza nei numeri, può lavorare con tranquillità, anche trascurando l’opinione delle minoranze e persino della popolazione.  
Chi amministra, tuttavia, non può esimersi dal rendere trasparente la sua attività e dal comunicarla a tutti i cittadini: è un principio morale prima che un obbligo di legge.
L’Albo Pretorio on-line ha sostituito da tempo quello cartaceo, posizionato nell’atrio del municipio.
Tutti i provvedimenti, Delibere di Consiglio, Delibere di Giunta e Determine dei dirigenti, sia del Comune che dell’Unione, vengono pubblicate in automatico nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge.
Quindi, per sapere che cosa sta facendo l’Amministrazione, basterebbe in teoria tenere d’occhio giorno per giorno l’Albo Pretorio. Ma è evidente che si tratta di uno strumento poco espressivo, freddamente burocratico e soprattutto privo della capacità di rappresentare la gerarchia dei valori. Per esempio,  determine per l’acquisto di cartellette in cartoleria sono mescolate in ordine di data a scelte più importanti come la revisione del PGT.

Il risultato è che la popolazione è all’oscuro dell’operato dell’amministrazione (quella Trabucchi sembra che non abbia fatto niente per 19 mesi!), ma sopratutto non sono chiari obbiettivi e idee che stanno dietro ai provvedimenti.

E necessario che questa amministrazione si dia da fare per informare i cittadini in maniera precisa e argomentata. E’ necessario che si spieghino le ragioni di scelte come quella di aggiornare il PGT, al di là del linguaggio burocratico delle delibere; è necessario che si informi sui motivi dei ritardi come quello gravissimo della fognatura. L’informazione e la conoscenza sono la base per la partecipazione.

Non bastano più i volantini, come quello divulgato nel marzo 2015, concepiti come se si fosse ancora in campagna elettorale. Speriamo che quello non sia l’unico modo conosciuto da questi amministratori per comunicare.

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